Pasqua. Ecco i consigli dei maestri dolciari della pasticceria Romolo.
La festa pasquale, fatta eccezione per l’immancabile uovo, è tutta al femminile. “Colomba pasquale, nelle varianti all’albicocca, con gocce di cioccolato al latte e vaniglia, tartufata, con il cioccolato al latte e farcita con crema tartufata, decorata con cioccolato bianco, ghiaccia reale e pasta di zucchero, o tradizionale, con la scorzetta di arancia candita. Il segreto: l’uso di prodotti nobili e 48 ore di lievitazione naturale, senza alcun conservante”, ha dichiarato il maestro dell’arte dolciaria, Remo Mazza, figlio del titolare dell’omonima e storica Pasticceria “Romolo”, che ha aggiunto che “a capeggiare sulle tavole imbandite è un altro prodotto principe, la tradizionale pastiera, preparata con grano, ricotta di pecora, uova e zucchero, o, nelle varianti, senza canditi, di riso, semifredda o dietetica, al fruttosio”. “Fortunatamente siamo pronti a rispondere al calo delle uova aziendali ed a soddisfare clientela ordinaria e turisti, grazie alla nostra consueta produzione di uova artigianali, personalizzate, di tutti i tipi e forme, preparate con prodotti di qualità”, ha proseguito il pluripremiato Maître de Chocolatier, Remo Mazza. “La clientela è tutta alla ricerca del prodotto genuino, ma al tempo stesso originale, che fa la differenza”, ha sostenuto Carmen Mazza, responsabile del coordinamento e del catering e figlia del titolare, cha ha aggiunto che “altro fiore all’occhiello della nostra pasticceria è l’uovo decorato, tradizionale dovuta all’orafo Peter Carl Fabergè, che insieme ai suoi orafi ha progettato e costruito il primo uovo nel 1885”. Una tradizione ricca di storia e cultura , che s fonde l’innovazione, fanno da sfondo all’abile lavoro della Pasticceria Romolo che, dal 1967, in occasione delle festività, accoglie grandi e piccini nei suoi locali, con il profumo di aromi inconfondibili. L’uovo di colore bianco con smalto opaco, aveva una struttura a scatole cinesi o a matrioske russe: all’interno vi era un tuorlo tutto oro, contenente a sua volta una gallinella colorata d’oro e smalti con gli occhi di rubino. Quest’ultima racchiudeva una copia in miniatura della corona imperiale contenente un piccolo rubino a forma d’uovo. La zarina fu così contenta di questo regalo che Fabergé fu nominato da Alessandro gioielliere di corte, e fu incaricato di fare un regalo di Pasqua ogni anno da quel momento in poi, con la condizione che ogni uovo doveva essere unico e doveva contenere una sorpresa.
(da La Cronache del salernitano, domenica 20 aprile 2014)