Zeppole di San Giuseppe: la storia della delizia simbolo della Festa del Papà
Articolo del 19/03/24 in Salerno Today Marilia Parente
Tante le versioni gustose rivisitate: in particolare, irresistibili quelle alla nocciola o al pistacchio della storica Pasticceria Romolo
Tutti a leccarsi i baffi, oggi, 19 marzo, festa del Papà: il dolce tipico della giornata, infatti, è la zeppola di San Giuseppe, alias bigné fritto ripieno di morbida crema pasticcera, in diverse gustose versioni alternative come quella alla Nocciola o al Pistacchio proposte dalla storica Pasticceria Romolo di Salerno, gremita come da tradizione in questa ricorrenza speciale.
La storia
Non tutti sanno che le origini della zeppola di San Giuseppe risalgono ai tempi dell'antica Roma. Il 17 marzo, infatti, si celebravano le Liberalia, alias feste e libagioni in onore delle divinità del vino e del grano. Per omaggiare le divinità Bacco e Sileno, si friggevano nello strutto bollente semplici frittelle di frumento. In seguito, con l’avvento dell’Imperatore Teodosio II, fu proibito qualsiasi culto pagano.Tuttavia, la tradizione era talmente radicata che le zeppole continuarono a esistere e vennero assimilate dal cattolicesim che fissò due giorni più tardi la festa di San Giuseppe.
Le zeppole di San Giuseppe cominciarono a prendere forma intorno al 1700 come dolce conventuale. Ma le prime ricette risalgono al 1837 ad opera del celebre gastronomo napoletano Ippolito Cavalcanti, Duca di Buonvicino, che le codificò nel Trattato di Cucina Teorico-Pratico.
Scritta interamente in napoletano, la ricetta di Cavalcanti recita così:
"Ne farraje tanta tortanelli come sono li zeppole, e le friarraje, o co l’uoglio, o co la nzogna, che veneno meglio, attiento che ta tiella s’avesse da abbruscià; po co no spruoccolo appuntuto le pugnarraje pe farle suiglià, e farle venì vacante da dinto; l’accuonce dinto a lo piatto co zuccaro, e mele. Pe farle venì chiù tennere farraje la pasta na jurnata primma".